
Uno, Nessuno e Centomila è un Romanzo del 1926 di Luigi Pirandello.
Iniziato nel 199 e definito dallo stesso Pirandello “romanzo testamentario“, trattandosi infatti del suo ultimo romanzo che segna il culmine della riflessione sulla disgregazione del soggetto, rimase a lungo incompiuto e vide la sua stesura definitiva solo tra il dicembre 1925 e il giugno 1926 quando fu pubblicato a puntate su “La fiera italiana“. Non ci si deve stupire che un romanzo apparisse sulle pagine di una rivista: si trattava di una pratica molto diffusa a quell’epoca, le riviste letterarie erano molto importanti e attiravano molti lettori. Lo stesso Pirandello aveva pubblicato su varie riviste molte delle sue novelle e praticamente tutti i suoi romanzi, tra cui il suo capolavoro, Il Fu Mattia Pascal. In ogni caso nel 1926 Uno, nessuno e centomila viene pubblicato anche in volume, diventando ben presto uno dei classici della letteratura italiana.
Dal punto di vista letterario il libro occupa un posto importante nella letteratura del primo Novecento anche perché presenta tematiche tipiche di quell’epoca, quali l’inettitudine, lo smarrimento d’identità, la follia e il malessere psichico.
Vediamo ora di scoprire un po piu’ a fondo Uno, Nessuno e Centomila e scopriamone il:
- Significato;
- Personaggi;
- Riassunto breve;
- Riassunto lungo;
- Analisi, Commento, Messaggio del Romanzo, Commento Personale;
- Uno, Nessuno e Centomila: Il Film.
Indice degli argomenti
Uno, Nessuno e Centomila: significato
L’opera segna l’epilogo della tensione narrativa dello scrittore. Fu lo stesso Pirandello, in una lettera autobiografica del 1912, a parlare di Uno, Nessuno, Centomila come del più amaro di tutti, profondamente umoristico, di scomposizione della vita. Pirandello, infatti, in “Uno, Nessuno, Centomila” si ricollega al Fu Mattia Pascal, del 1904, e riprende quello che era stato il tema centrale di questo romanzo: la crisi dell’identità individuale che spinge inevitabilmente alla ricerca dell’autenticità.
Uno, Nessuno e Centomila, narra la tragedia di Vitangelo Moscarda, che scopre improvvisamente di essere estraneo a se stesso, che l’uomo che lui è non è “uno”, ma “centomila”, costruito dagli altri a modo loro, molteplice quante sono le situazioni in cui si trova e con tante diverse personalità quante gli altri gliene attribuiscono. E solamente con questa consapevolezza diventa in realtà “nessuno”, almeno per se stesso, in quanto gli rimane la possibilità di osservare come lui appare agli altri, con le sue centomila differenti personalità.
In Uno, Nessuno e Centomila Luigi Pirandello costruisce una delle rappresentazioni più efficaci dell’assurdità dell’uomo moderno, e delinea la sua filosofia. Alla base della sua visione del mondo, come mostra il filosofo Remo Bodei, c’è la sfiducia che l’uomo possa accrescere la sua coscienza in modo positivo attraverso la messa in luce e il superamento delle contraddizioni.
Personaggi di “Uno, Nessuno e Centomila”
Vitangelo Moscarda
Vitangelo Moscarda, il protagonista del romanzo è un uomo sulla trentina e figlio di un banchiere dal quale eredita la banca. Un giorno, scopre casualmente di un particolare del suo aspetto esteriore, indicatogli da sua moglie Dida, e da qui inizia a percorrere un viaggio in cui, ogni giorno che passa, si accorge di non essere, per gli altri, quello che lui crede di essere. Cercherà quindi di cancellare, inutilmente, quello che gli altri vedono in lui fino a diventare completamente pazzo.
Dida, Anna Rosa e Quartorzo e Firbo
Dida, moglie di Vitangelo Moscarda, è colei che scatena i tormentati pensieri del marito e che, appena capisce che le riflessioni di suo marito la potrebbero portare a problemi economici, si allea con i due amministratori della banca, Quartorzo e Firbo, per far rinchiudere il marito.
Anna Rosa: è una ragazza di venticinque anni, amica di Dida, che si innamora di Vitangelo e che si allea con lui cercando di aiutarlo contro sua moglie, ma la quale, a causa dei suoi ragionamenti contorti, la porteranno a sparargli.
Uno Nessuno Centomila: Riassunto del Libro
Vitangelo Moscarda, chiamato dalla moglie Gengè, partendo dalla scoperta di avere il naso lievemente storto, si avventura in una serie di ricerche speculative che lo porteranno alla rovina. Ma si tratta davvero della rovina? La banalissima constatazione, riguardante l’altrettanto banale difetto fisico, gli provoca la consapevolezza di essere visto e giudicato dagli altri in modi molteplici e differenti, di essere visto in “centomila” prospettive diverse e inconciliabili. Progressivamente, egli è assillato dal bisogno di scoprire un’immagine obiettiva di sé.
Nel tentativo di uscire da questa situazione inizia a commettere azioni impreviste, capovolgendo le convinzioni che gli altri si sono fatti sul suo conto, scopre contraddittoriamente di saper essere crudele o generoso, disinteressato o egoista, fino a comunicare la propria “pazzia” a un’amica della moglie che durante un singolare amplesso lo ferisce con un colpo di pistola. Gengè è nei guai fino al collo, ma anche questa è una “finzione” della società alla quale si oppone. In effetti egli continua le sue ricerche in un ospizio, dove finirà a vivere il resto dei suoi giorni e nel quale scoprirà, amaramente appagato, che l’uomo è immerso in un continuo flusso durante il quale muore e rivive ogni istante; l’unica immagine possibile di sé consiste nelle cose, nella natura, nell’aria che riflettono e rendono eterna la parte veramente viva di ogni creatura.
Una volta giunto a essere ritenuto pazzo, Vitangelo si dichiara soddisfatto di questa conclusione che “non conclude”, accetta di rinascere «nuovo e senza ricordi: vivo e intero… in ogni cosa fuori», totalmente escluso dalla vita sociale e dalla visione comune degli uomini.
Uno Nessuno Centomila: Analisi, Commento Critico, Commento Personale
Svolgere il commento e l’analisi di Uno nessuno e Centomila di Luigi Pirandello, magari per poterli inserire nella relazione del romanzo, può non essere un compito facile dato che l’opera, pubblicata nel 1916, è una delle più importanti del Novecento.
La tematica preponderante del romanzo è la frantumazione dell’io, fulcro della filosofia pirandelliana. Tutto sembra finalizzato a dimostrare la relatività e la soggettività dell’esistenza umana.
Dopo aver appreso dalla moglie di avere il naso storto, il protagonista sarà soggetto a una perdita d’identità, egli non riesce più a pensare a se stesso univocamente né a riconoscersi nelle maschere molteplici, diverse e fra loro inconciliabili che gli altri gli attribuiscono e si lancia in una spietata distruzione delle false immagini di sé. Avendo quindi appreso che essere centomila significa dunque essere nessuno, approda ad una totale estraniazione ed alienazione da sé.
Commento Critico di Uno, Nessuno e Centomila
Vitangelo Moscarda vuole cancellare l’immagine che gli altri hanno di lui, a cominciare dalla moglie. Vuole l’immagine di usuraio che ha ereditato dal padre insieme con la banca da cui trae i mezzi per la sua esistenza di borghese benestante. Compie percio’ atti di liberalita’ che appaiono in contrasto coi criteri di una sana amministrazione, in particolare di una banca, e cio’ gli procura un “attestazione” di pazzia da parte della moglie, dei soci d’affari e anche dalle stesse persone da lui beneficiate. Interdetto dai familiari, abbandonato dalla moglie, finisce in un ricovero per vecchi da lui stesso fondato.
Uno Nessuno e Centomila e’ il romanzo della solitudine dell’uomo. La personalita’ del protagonista si afferma senza equivoci nel proposito di rinnovamento e nell’azione di liberazione risolutamente perseguita, qualunque possa essere stato lo spunto iniziale. La convinzione dell’inevitabile soggettivita’ del nostro giudizio, a cui Moscarda perviene, lungi dall’implicare la bancarotta della persona, ne e’ una coraggiosa affermazione.
Il luogo e il tempo della vicenda non sono fondamentale per la vicenda e percio non sono ben definiti:
- Il tempo dell’ambientazione non è definito, proprio per dare l’impressione di un evento possibile in qualsiasi momento della storia;
- La città che viene presentata, Richieri, fa immaginare che si tratti di un piccolo paese della Sicilia, ma non siamo in grado di testimoniare la sua esistenza.
Questa scelta è giustificabile per ambientare la narrazione in un contesto qualciasi , con caratteri comuni a tutta la situazione italiana del tempo.
Uno, Nessuno e Centomila, potrebbe essere classificato come romanzo di genere psicologico, ma non è solo questo. Infatti, per certe ambientazioni e temi, come ad esempio la lontananza del protagonista da tutto e tutti, la dissoluzione della persona nella natura ecc., si avvicina alla tipologia di romanzo surrealista.
Oggetto molto importante e speciale nel racconto è lo specchio: davanti allo specchio infatti il protagonista vede sciogliersi il laccio della maschera che sempre aveva portato.
Per quello riguardante la fabula e l’intreccio, il libro può essere diviso in due parti:
- In una prima parte, il romanzo ha una trama molto povera, caratterizzata dal dilemma interiore di Vitangelo, dove i suoi pensieri vengono trasmessi con continui soliloqui;
- In una seconda parte, la trama si arricchisce, la fabula coincide con l’intreccio, anche se continuano ad esserci pause e riflessioni.
Anche per l’analisi del punto di vista della narrazione il romanzo può essere diviso in due parti:
- In una prima parte l’unico punto di vista riportato è quello del protagonista Vitangelo, i cui pensieri sono contenuti nei soliloqui;
- In una seconda parte viene adottata una focalizzazione interna multipla perché Vitangelo Mostarda viene a conoscenza del fatto che non tutti hanno la stessa opinione su di lui.
Prendendo in considerazione il narratore, esso risulta essere interno. Si puo’ vedere come Luigi Pirandello lasci trapelare i suoi pensieri riguardo l’argomento affrontato nel romanzo, creando una sorta di scrittore-protagonista.
Messaggio di Uno, Nessuno e Centomila
Il romanzo vuole mettere in evidenza gli ideali e gli schemi che ci vengono imposti dalla società e cercare di far capire al lettore che i corpi delle persone assumono continui aspetti diversi a seconda del punto di vista di chi lo osserva. Quindi anche noi siamo “Uno, Nessuno e Centomila”. È’ questo il messaggio che Pirandello vuole comunicarci.
Commento personale di PagineUtili.it
Per noi di PagineUtili.it, il romanzo Uno, Nessuno e Centomila di Pirandello è un capolavoro della letteratura Italiana. Questo romanzo porta il lettore ad una riflessione profonda: in un certo senso porta il lettore a prendere posizione di fronte alla vita, anche perché espone una situazione sempre attuale e che, quindi, interessa ancora anche ai giorni nostri.
Il Romanzo inoltre tratta il rapporto che esiste tra l’aspetto fisico e la personalità, ovvero il carattere. Secondo Pirandello le persone non sono sempre come appaiono e non sono le stesse per tutti coloro che le circondano: infatti la personalità di ognuno di noi ha molteplici sfumature che variano da persona a persona; e’ come se indossassimo una maschera non presentando così mai il nostro vero volto.
Il tema centrale del romanzo è esattamente quello che gli dà il titolo: sia per noi stessi che per gli altri, possiamo essere nessuno, una persona in particolare, o centomila diverse.
Noi di PagineUtili.it , nonostante Uno, Nessuno e Centomila sia un capolavoro, non condividiamo il finale dell’opera nel quale il protagonista Vitangelo decide di vivere da nessuno: piuttosto che essere insignificanti, è sicuramente meglio essere uno o centomila persone diverse di fronte alla gente.
Uno Nessuno e Centomila: Il Film
- Genere : Documentario, Biografico
- Durata: 70 minuti
- Anno di Produzione: 2012
- Paese: Italia
- Produzione: Blue Film
- Distributore: Berta Film
- Regista: Claudio Bondì
- Attori: Lando Buzzanca, Tatti Sanguineti
- Formato di ripresa: HD
- Formato di proiezione: HD, colore
- Titolo originale: Lando Buzzanca: Uno Nessuno Centomila
Trama del Film
Lando Buzzanca, ha attraversato dal lontanissimo 1959, con una piccola parte in Ben Hur di William Wyler, tutta la produzione del cinema industriale italiano. Più di 150 film hanno rappresentato negli anni ’60, ’70 e ’80 larga parte della commedia sexy, creando un larghissimo pubblico di aficionados in tutto il mondo. Lando Buzzanca però non è stato il comico con la spalla, bensì un attore a tutto tondo che ha lavorato, proprio in quegli anni, con autori quali: Pietro Germi, Alberto Lattuada, Antonio Pietrangeli, Pasquale Festa Campanile, Luciano Salce, Luigi Magni. Ha interpretato almeno una decina di film che evadono i confini del genere. “Lando Buzzanca. Uno Nessuno Centomila” ripercorre attraverso la divertente testimonianza di lui stesso, il materiale di repertorio dell’Istituto Luce, la partecipazione di Tatti Sanguineti e gli interventi di registi, attori e giornalisti che hanno incrociato la sua attività, questo percorso accidentato ma straordinario che lo ha portato, in seguito, al teatro di Eduardo, di Pirandello, di Molière, di Shakespeare, e alle celebri serie radiofoniche e televisive.